Basi concettuali e metodologiche per lo sviluppo di una teoria generale (e plurale) dell’invalidità nel settore tributario

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Sommario: 1. Premessa: l’invalidità nel settore tributario e l’apparente spinta verso un “rinnovato disinteresse” al tema. – 1.1. (segue): l’utilità di approfondire l’indagine in una prospettiva non più e non solo “dogmatica”, ma “teorica generale”. – 2.. La distinzione tra i sistemi giuridici di “validità” ed “invalidità”: osservazioni preliminari. – 2.1. Il “riconoscimento” e la “trasformazione” delle norme giuridiche cd. “primarie” di condotta come aspetti co-essenziali per la effettiva funzionalità dell’ordinamento giuridico nel suo complesso: la “naturale” previsione e presenza in esso di norme giuridiche cd. “secondarie”. – 2.2. (segue): la distinzione teorica tra norme secondarie di trasformazione “validative” ed “invalidative”. – 2.3. (segue): l’oggetto dei sistemi normativi secondari di “validità” ed “invalidità”: atti giuridici “dichiarativi” di norme giuridiche “primarie”. – 2.4. (segue): l’inclusione dell’atto in una attività giuridica: diversa rilevanza ai fini dei giudizi di “validità” ed “invalidità”. – 3. I diversi interessi e valori coinvolti nei fenomeni della  “validità” e della “invalidità”. L’opportunità teorica di distinguere l’analisi su due livelli: legislativo-astratto ed applicativo-concreto. Disambiguazione del concetto di “norma” (secondaria). – 3. 1. Elaborazione legislativa-astratta: (i) la disciplina legale di “validità” e la definizione del “paradigma di validità” dell’atto. – 3. 2. (segue): (ii) la disciplina legale di “invalidità” e la selezione delle regole sostanziali e processuali di “ri-assorbimento” dell’atto viziato nel sistema. – 4. L’applicazione delle regole di “validità” ed “invalidità”: (i) il giudizio concreto di “validità”. – 4.1. (segue): (ii) il giudizio concreto di “invalidità” (rinvio). – 4.2. La cd. “irregolarità” degli atti giuridici quale questione “intermedia” tra i giudizi di “validità” e di “invalidità” in assenza di una comminatoria legislativa espressa di “invalidità” dell’atto. – 5. L’originaria (in)distinzione teorica tra “nullità” ed “inesistenza giuridica”: dalla dissoluzione della “nullità” nella “inesistenza”. – 5.1. (segue): alla dissoluzione della “inesistenza” nella “nullità” (codificata). – 5.2. (segue): il mutamento del quadro teorico generale e della disciplina processuale: la necessità oggi di operare una chiara distinzione tra “invalidità” ed “inesistenza giuridica”. – 5.3. La “gravità” del vizio, quale criterio pratico di distinzione tra atti “giuridicamente inesistenti” ed atti “nulli”: osservazioni critiche. – 6. L’“inesistenza giuridica” come “non rilevanza” dell’atto amministrativo per l’ordinamento; la “non rilevanza” giuridica “non necessità” di tutela; la “non necessità” di tutela come prodotto della “non imputabilità all’amministrazione” e/o della “non eseguibilità” dell’atto. – 6.1. (segue): pregi teorici dell’approccio teorico adottato: (i) in generale, con riferimento agli atti amministrativi. – 6.2. (segue): (ii) in particolare, con riferimento agli atti impositivi. – 6.3. La possibilità di atti impositivi “giuridicamente inesistenti” come ipotesi “di scuola”: cenni. – 7. Le forme di “invalidità”
degli atti impositivi: (i) la stretta “settorialità” del problema. – 7. 1. (segue): (ii) il carattere “pretorio” dello sviluppo dei sistemi di invalidità e la sua “doverosità costituzionale”. 7.2. (segue): i limiti (teorici e pratici) all’opera “correttiva” degli interpreti. – 8. L’azione di “nullità” in senso stretto nel settore amministrativo e tributario come “deroga” alla definitività dell’atto, dunque come possibilità di ricorso oltre i normali termini decadenziali di impugnazione. 8.1. (segue): i margini di ammissibilità di una azione di “nullità” nell’ordinamento tributario vigente. – 9. L’evoluzione delle procedure di accertamento del tributo: la moltiplicazione delle occasioni di “definizione” della pretesa e la posizione del contribuente. – 9.1. (segue): il ruolo della motivazione dell’atto impositivo e le possibili conseguenze della sua mancanza: una ipotesi di “nullità” in senso stretto?

Abstract

Scopo del presente contributo è elaborare un apparato teorico di base che consenta, da un lato, di comprendere le (generali) dinamiche sottese alla nascita ed all’evoluzione dei sistemi normativi di “validità” e di “invalidità” degli atti giuridici; dall’altro, di cogliere come queste dinamiche si manifestino in relazione agli atti impositivi. Ciò, nella prospettiva di verificare (già oggi, de iure condito) l’esistenza di margini per uno sviluppo delle regole di invalidità nel settore tributario in termini “plurali”; tali cioè da ammettere – in via ermeneutica – l’ingresso di forme di invalidità ulteriori rispetto al tradizionale regime di “annullabilità”, quanto meno nei casi in cui (eccezionalmente) quest’ultimo dovesse risultare in concreto irragionevole, per eccesso o per difetto. In particolare, si valuta la possibilità di ammettere forme di “nullità” in senso stretto in relazione, in certe circostanze, in relazione al vizio di motivazione, da far valere attraverso le procedure e le liti da rimborso.

Abstract

The purpose of this contribution is to elaborate a basic theoretical apparatus that allows, on the one hand, to understand the (general) dynamics underlying the birth and evolution of the regulatory systems of “validity” and “invalidity” of legal acts; on the other hand, to understand how these dynamics are manifested in relation to taxation acts. This, with a view to verifying (already today, de iure condito) the existence of margins for a development of the rules of invalidity in the tax sector in “plural” terms; that is, such as to admit –  hermeneutically – the entry of additional forms of invalidity with respect to the traditional regime of “annulability”, at least in cases where (exceptionally) the latter should be unreasonable in practice, for excess or defect. In particular, consideration is given to the possibility of admitting forms of “nullity” in the strict sense in relation, in certain circumstances, to the defect of motivation, to be asserted through the procedures and reimbursement litigation.