Irrilevanza fiscale nella cessione del marchio d’impresa da persona fisica. Analisi del vuoto normativo

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Sommario: 1. Introduzione. – 2. La distinzione tra concessione e cessione del marchio. – 3. Possibili collocazioni del reddito da trasferimento del marchio nelle categorie reddituali del TUIR. – 4. La soluzione della giurisprudenza di merito: l’irrilevanza fiscale della cessione del marchio. – 5. Conclusioni.

Abstract: La capacità di un prodotto di essere percepito come utile, di qualità o economico risulta determinante nel processo di scelta del consumatore, il quale tende a preferire beni in linea con le sue attitudini e norme personali. In questo senso, tra i segni distintivi, il marchio si caratterizza per la funzione di contraddistinguere beni e servizi di un’azienda nel mercato e per veicolare i valori e la cultura di un’impresa al consumatore finale. L’ordinamento italiano, con l’adozione del codice della proprietà industriale (CPI), emanato con Decreto Legislativo 10 febbraio 2005, n. 30, ha introdotto nel sistema italiano una disciplina organica e strutturata in materia di tutela, difesa e valorizzazione dei diritti di proprietà intellettuale, riordinando e accorpando oltre 40 testi normativi tra leggi e provvedimenti, conseguenti in particolare all’adeguamento delle norme italiane ai regolamenti comunitari e alle disposizioni delle convenzioni internazionali a cui l’Italia ha aderito. Negli anni, però, sono emerse alcune criticità di natura fiscale sulla circolazione dei marchi e in particolare per il trasferimento del marchio da soggetti privati. Il presente studio ha analizzato l’evoluzione della normativa fiscale italiana in tema di cessione del marchio, nella particolare fattispecie del trasferimento da soggetto non imprenditore, analizzando i diversi momenti ex-ante ed ex-post del TUIR. I risultati della ricerca hanno condotto ad individuare l’esistenza di un vuoto normativo.

Abstract: The ability of a product to be perceived as useful, of quality or cheap is decisive in the process of choice of the consumer, who tends to prefer goods in line with his personal aptitudes and standards. In this sense, among the distinctive signs, a trademark is characterized by the function of distinguishing goods and services of a company in the market and to convey the values and culture of a company to the final consumer. The Italian legal system, with the adoption of the industrial property code (CPI), issued with Legislative Decree February 10, 2005, n. 30, introduced into the Italian system an organic and structured discipline on the subject of protection, defense and enhancement of intellectual property rights, rearranging and merging over 40 regulatory texts between laws and provisions, resulting in particular from the adaptation of Italian laws to Community regulations and the provisions of the international conventions to which Italy has adhered. Over the years, however, some critical issues of a fiscal nature have emerged regarding the circulation of trademarks and in particular for the transfer of the trademark from private entities. This essay analyses the evolution of the Italian tax legislation on the subject of the transfer of the trademark, in the particular case of the transfer from a non-entrepreneur, so as to understand the different ex-ante and ex-post moments of the TUIR. The results of the research led to the identification of a current existence of a regulatory vacuum on such relevant topic.